Modalità di separazione

Modalità di separazione

Identificate le fasi stazionarie in grado di soddisfare tutte le vostre esigenze cromatografiche 

Cromatografia in fase inversa

La cromatografia in fase inversa è di gran lunga la tecnica di separazione in cromatografia liquida più utilizzata nei laboratori moderni, e la sua popolarità è confermata dall'ampia scelta di colonne attualmente prodotte da Waters.

Nella sua forma più semplice, la cromatografia in fase inversa comprende una fase mobile polare (solitamente miscele di acqua o tampone con solventi polari come il metanolo, l'acetonitrile o il tetraidrofurano) e una fase stazionaria non polare, come ad es. un idrocarburo a catena lunga legato a un supporto di silice o ibrido. Negli ultimi anni si è compiuto molto, nell'ambito della ricerca e dello sviluppo, per quanto concerne i mezzi di separazione allo scopo di migliorare l'efficienza delle colonne, la stabilità del pH e di offrire selettività alternative.

Le moderne fasi stazionarie delle colonne Waters possono essere generalmente classificate in tre categorie:

  • Ibrida: ideata per la massima stabilità del pH al fine di assicurare le opzioni più flessibili di sviluppo di metodi. Disponibile nelle marche XBridge, ACQUITY BEH e XTerra. Intervallo di pH compreso fra 1 e 12.
  • Silice: storicamente, il supporto in fase inversa maggiormente utilizzato. I prodotti SunFire e Symmetry vengono sintetizzati da materie prime presso lo stabilimento produttivo Waters di Taunton e sono progettati per offrire la massima caricabilità. Intervallo di pH compreso fra 2 e 7.
  • Specifica per determinate applicazioni: ideata per una specifica area applicativa, come ad es. le colonne Atlantis, per una migliore ritenzione delle molecole polari.

Cromatografia in fase normale

Prima dello sviluppo delle fasi legate in fase inversa, la cromatografia in fase normale era la tecnica di separazione più comune. Essa si basa sull'interazione tra gli analiti e i gruppi funzionali polari sulla superficie della fase stazionaria, che è più forte quando come fase mobile vengono utilizzati solventi non polari.

La cromatografia in fase normale è uno strumento di separazione molto efficace per via dell'ampia gamma di solventi disponibili che possono essere utilizzati per affinare la selettività di una separazione. Molti chimici analitici, tuttavia, non l'apprezzano più a causa di alcune delle complessità che essa comporta. In alcuni casi, infatti, si potrebbero verificare lunghi tempi di equilibrazione o problemi di riproducibilità dovuti soprattutto alla sensibilità della tecnica alla presenza di minute concentrazioni di agenti contaminanti in fase mobile. Se si riesce a controllare questi problemi, la tecnica produce solitamente cromatogrammi migliori rispetto ai metodi in fase inversa per via del basso grado di viscosità dei solventi comunemente utilizzati.

Le colonne in fase normale sono disponibili nelle marche SunFire, Nova-Pak e Spherisorb.

HILIC (cromatografia a interazione idrofila)

La cromatografia a interazione idrofila viene praticata da molto tempo, ma il termine HILIC è diventato di uso comune solo in tempi recenti. Gli analiti sono composti molto polari come, ad es. metaboliti polari, carboidrati o peptidi.

L'HILIC può essere considerata un'estensione della cromatografia in fase normale nell'ambito delle fasi mobili acquose. Le fasi mobili sono miscele di acqua o tampone (< 40%) con solventi organici. Le fasi stazionarie sono sostanze adsorbenti polari altamente idrofile come le fasi di silice legate polari, gli impaccamenti polimerici polari e gli scambiatori ionici. Il fattore comune a tutte queste fasi stazionarie è che esse possono facilmente adsorbire l'acqua, da cui la classificazione di “idrofile”.

I metodi del gradiente impiegati in modalità HILIC sono esattamente l'opposto di quelli usati in modalità in fase inversa. Le condizioni iniziali saranno altamente organiche, solitamente al 95%, per poi diventare progressivamente altamente acquose. Per questa ragione, anche il termine “fase inversa inversa” sta diventando comune.

Poiché la tecnica sta diventando sempre più popolare, è oggetto di crescenti ricerche sugli impaccamenti delle colonne.

Le colonne HILIC Waters sono attualmente disponibili tra le serie di prodotti Atlantis, CORTECS, XBridge e ACQUITY.

Cromatografia in fase inversa

La cromatografia in fase inversa è di gran lunga la tecnica di separazione in cromatografia liquida più utilizzata nei laboratori moderni, e la sua popolarità è confermata dall'ampia scelta di colonne attualmente prodotte da Waters.

La cromatografia in fase inversa comprende una fase mobile polare, solitamente miscele di acqua o acqua tamponata miscelate con più solventi non polari come metanolo, acetonitrile o tetraidrofurano. La fase stazionaria non è polare e, in alcuni casi, viene creata legando un idrocarburo a catena lunga a un supporto di particelle di silice, a nucleo solido, polimerico o ibrido. Negli ultimi anni si è compiuto molto, nell'ambito della ricerca e dello sviluppo, per quanto concerne i mezzi di separazione relativi alla cromatografia in fase inversa allo scopo di migliorare l'efficienza delle colonne, la stabilità del pH e offrire selettività alternative.

Le moderne fasi stazionarie delle colonne Waters possono essere generalmente classificate in quattro categorie:

  • Ibrida: ideata per la massima stabilità del pH al fine di assicurare le opzioni più flessibili di sviluppo di metodi. Intervallo di pH compreso fra 1 e 12.
  • Silice: storicamente, il supporto in fase inversa maggiormente utilizzato. Questi  prodotti vengono sintetizzati da materie prime presso lo stabilimento produttivo Waters di Taunton e sono progettati per offrire la massima caricabilità. Intervallo di pH compreso fra 2 e 7.
  • Nucleo solido: particelle progettate per massimizzare l'efficienza della colonna riducendo le fonti di dispersione degli additivi. Disponibile con particelle di dimensioni pari a 1,6 e 2,7 µm e compatibile con tutti i sistemi LC.
  • Specifica per determinate applicazioni: ideata per una specifica area applicativa, per una migliore ritenzione delle molecole polari.

Marchi di colonne correlati

Marchi di colonne correlati

Ibrida

Ibrida

Silice

Silice

Solid-Core

Solid-Core

Specifica per determinate applicazioni

Specifica per determinate applicazioni

Cromatografia in fase normale

La cromatografia in fase normale può essere considerata l'opposto della cromatografia in fase inversa. Essa si basa sull'interazione degli analiti e i gruppi funzionali polari sulla superficie polare della fase stazionaria. Nell’ambito della cromatografia in fase normale, la fase mobile eluente forte è polare, quindi la ritenzione massima si ottiene utilizzando solventi non polari

La cromatografia in fase normale è uno strumento di separazione molto efficace per via dell'ampia gamma di solventi disponibili che possono essere utilizzati per affinare la selettività di una separazione. Molti chimici analitici, tuttavia, non l'apprezzano più a causa di alcune delle complessità che essa comporta. In alcuni casi, infatti, si potrebbero verificare lunghi tempi di equilibrazione o problemi di riproducibilità dovuti soprattutto alla sensibilità della tecnica alla presenza di minute concentrazioni di agenti contaminanti in fase mobile. Se si riesce a controllare questi problemi, la tecnica produce solitamente cromatogrammi migliori rispetto ai metodi in fase inversa per via del basso grado di viscosità dei solventi comunemente utilizzati.

Marchi di colonne correlati

Marchi di colonne correlati

HILIC (cromatografia a interazione idrofila)

La cromatografia a interazione idrofila viene praticata da molto tempo, ma il termine HILIC è diventato di uso comune solo in tempi recenti. L’HILIC è una variante della cromatografia in fase normale; gli analiti trattenuti meglio sono composti altamente polari come metaboliti polari, carboidrati o peptidi.

Le fasi mobili sono miscele di acqua o tampone (< 40%) con solventi organici. Le fasi stazionarie sono altamente idrofile e comprendono fasi di silice legate polari, gli impaccamenti polimerici polari e gli scambiatori ionici. Il fattore comune a tutte queste fasi stazionarie è che esse possono facilmente adsorbire uno strato d'acqua sulla superficie delle particelle per favorire la ripartizione. La ritenzione è determinata dalla ripartizione tra lo strato di acqua immobilizzato in seguito sulla superficie e la fase mobile principale. I metodi del gradiente impiegati in modalità HILIC sono esattamente l'opposto di quelli usati in modalità in fase inversa. Le condizioni iniziali saranno altamente organiche, solitamente al 95%, per poi diventare progressivamente altamente acquose. Per questa ragione, anche il termine “fase inversa inversa” sta diventando comune.

Poiché la tecnica sta diventando sempre più popolare, è oggetto di crescenti ricerche sugli impaccamenti delle colonne.

Cromatografia a Scambio Ionico

Le separazioni IEX a scambio ionico sono generalmente eseguite utilizzando gradienti salini a concentrazione crescente, variazioni del pH o una combinazione di entrambi per eluire specie proteiche con minor quantità di cariche prima di molecole con cariche più elevate. In base al tipo di proteina ed al pH di separazione si sceglie uno scambiatore anionico o cationico per la separazione. Durata del gradiente, pH e composizione del tampone, velocità di flusso e temperatura di separazione rivestono inoltre un ruolo importante per ottenere la separazione delle proteine desiderata.

Informazioni Correlate

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